"E' passato molto tempo ma sono ancora ossessionato dalla poesia di Chinua Achebe, Natale in Biafra, che comincia così:
No, nessuna vergine col bambino potrà mai eguagliare
la scena della tenerezza di una madre
verso quel figlio che dovrà presto dimenticare.
Ho visto quelle immagini terribili su tutti i giornali e le riviste. Per la prima volta il Paese in cui avevo trascoso la parte più indimenticabile della mia infanzia veniva mostrato al resto del mondo, ma solo perchè stava morendo."
Il libro di cui vi parlo non è un racconto crudo dell'africa e delle violenze gratuite che questa terra subisce. E' invece il diario di un adulto che racconta il periodo della propria infanzia in cui scopre il continente nero ed il padre medico che ivi lavora, per tanti anni costretto lontano dagli affetti familiari.
L'autore si trova, dopo i primi anni trascorsi a Nizza insieme ad una nonna compiacente, che gli permetteva tutte le marachelle, in un africa sconosciuta ai libri per bambini ed ai racconti degli adulti benestanti dei salotti francesi, in un'area geografica considerata, e non senza imperfezioni, solo nelle mappe coloniali degli eserciti francesi, tedeschi e britannici. Un senso di libertà immenso, a contatto con il sole bruciante, i giganteschi termitai, e le violente tempeste, lo travolgerà e lo porterà da bambino a sperimentare nel gioco le peculiarità insieme pericolose e affascinanti del nuovo mondo.