Una ragazza dal viso pulito ed innocente si riunisce dopo anni con lo zio, reduce dal Vietnam e Americano convinto. Girando con un furgone super-organizzato per spiare e scandagliare l'ambiente circostante, difende l'america da ulteriori minacce dopo l'undici settembre.
Tutto, anche un semplice turbante, è un segnale di spia terrorista. La bellezza del film è l'incontro fra il candore della ragazza, preservato nonostante l'adolescenza passata in luoghi "caldi" come l'africa e Israele, e il sospetto continuo e ingiustificato dello zio. Non ne nasce una scintilla ma un confronto fatto di incomprensione ed insieme speranze (soprattutto della ragazza) di recuperare una felicità ed un unione del passato.Il finale , a mio parare un po' retorico, non riesce a guastare il piacere che questo confronto mi crea. Secondo voi sarebbe la stessa cosa se assistessi al dialogo fra il presidente americano Bush e un bambino qualunque?
