L’immigrazione di Peter Stalker

 

copertina

Comparso fra le guide "No-Nonsense", questo libro dovrebbe essere letto da tutti coloro che parlano degli immigrati senza aver mai ricevuto altre notizie sull'argomento se non quelle banalizzate e conformiste offerte dai mass media. P. Stalker, consulente di numerose agenzie delle Nazioni Unite, offre, in poco più di 100 pagine, un quadro globale del fenomeno con uno stile rapido ed efficace. La lettura favorisce, inoltre, innumerevoli spunti di riflessione su aspetti poco noti dei fenomeni migratori distinguendo i fatti dalle fantasie.

 

Nell'era della globalizzazione si dovrebbero conoscere i meccanismi che hanno favorito le migrazioni internazionali e gli aspetti economici che tale fenomeno implica. I mass media ci presentano le democrazie occidentali come paesi invasi da immigrati quando in realtà gli individui che attualmente vivono fuori dal proprio paese d'origine sono solo il 3% della popolazione mondiale. La televisione tramanda il mito per cui gli immigrati "tolgono", "arraffano lavoro, guadagnano e prosciugano i servizi sociali". Ma allora c'è da domandarsi come mai, invece, una delle potenze più ricche al mondo, gli USA, abbiano il numero più elevato di immigrati illegali, circa 6 milioni di individui... L'autore analizza i reali benefici e i rischi economici dovuti all'immigrazione partendo dal noto fatto per cui ovunque, nel mondo, sono gli immigrati a svolgere i lavori cosiddetti delle 3D (Dirty, Dangerous and Difficult).

 

Il libro, pagina dopo pagina, sfata numerosi miti, distrugge stereotipi a partire da quello per cui "i poveri emigrano". Cercando di chiarire perché le persone si muovono, Stalker presenta, attraverso dati ben documentati e interessanti esemplificazioni, i fenomeni migratori più evidenti (dalle Filippine al Regno Unito, dal Messico agli Stati Uniti, dall'Africa all'Europa). Spunta quindi il tema dei traffici internazionali: contrabbandieri, coyotes, teste di serpente e trafficanti di donne reggono da soli un affare con un volume di profitti valutabile entro i 6-7 miliardi di dollari... E allora c'è da chiedersi: non sarà proprio per questo che i dati ONU relativi ai crimini, non includono tra le categorie analizzate quella di "traffico di esseri umani"?

 

Se da molti dati presentati dall'autore emerge come l'essere umano venga trattato come "merce", cosa pensare di alcune pratiche legali che si riscontrano in paesi cosiddetti "evoluti"? Negli USA, ad esempio, ogni anno, l'ingresso di 55.000 persone (fra gli immigrati totali ammessi) viene deciso...con un sorteggio a caso dei visti di chi ha fatto richiesta! Chissà poi se gli americani, invece di spendere ogni anno 2 miliardi di dollari per potenziare la difesa del confine col Messico non debbano investire di più in istruzione dato che la maggioranza dei loro ingegneri è indiana... Evidentemente perché è tutt'altro che da temere l'arrivo di un altro Sabeer Bhatia...(l'indiano che, arrivato nel 1988 dall'India con 200 dollari in tasca inventò Hotmail, venduto alla Microsoft nel '98 per 10 milioni di dollari...)

 

Questo libro offre risposte a chi vuole sapere di più sul fenomeno spiegando: chi emigra, perché emigra, come sceglie la destinazione, quali sono rischi e benefici per il paese che lascia e per quello che lo accoglie. Questo testo offre quindi risposte ma allo stesso tempo insinua domande nella mente di coloro che ritengono che in realtà i migranti mettano in luce molte delle faglie sociali e politiche che giacciono sotto l'apparentemente solido terreno dei moderni stati nazionali.

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