La corrispondenza di Giuseppe Tornatore

La corrispondenza di Giuseppe Tornatore

L'assenza di una persona e' un improvviso buco nero in piu' fra le stelle della nostra galassia. Quando una persona muore, il nostro sguardo smette di essere infinito e finisce per gravitare attorno a quell'assenza come un satellite. Il film di Tornatore prova con linguaggio astronomico a spiegare ciò che accade quando una persona molto vicino a noi scompare improvvisamente. Non ci riesce completamente, ma ci prova con una trama al limite del barocco e bisogna  dagli atto che sembra appagarci in alcuni istanti, dopo i quali tuttavia si torna a volteggiare fra le tante acrobazie di una sceneggiatura comunque coraggiosa. la prima parte e' affascinante: una donna ha una relazione a distanza con il suo professore di astronomia che scompare improvvisamente nonostante le lettere e i continui messaggi. L'accaduto getta lo spettatore in uno stato di ansia, attesa e curiosità che il regista sa manovrare perfettamente, creando tutte le premesse di un thriller.

Pian piano vengono fuori tutte le caratteristiche della vita della protagonista femminile, del suo passato, che invece di avvicinare la finzione alla realta' finiscono per allontanarla definitivamente. E' vero che Tornatore non e' interessato al realismo ma allo studio di aspetti umani come l'amore, l'egoismo e l'abbandono e come in una poesia tenta con metafore allegoriche e irreali di raccontare i sentimenti dei protagonisti. Purtroppo e' un equilibrio fra realta' e racconto poetico che stenta a stare in piedi, ma che nello stesso tempo splende di bellezza e stile. Ogni inquadratura e' un piccolo gioiello di cinema, ma rimane il cruccio che Tornatore poteva fare di piu', soffermandosi ad indagare sull'assenza in modo piu' sobrio e umile.

 

 

 
 

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