Tutti i film di Elio Petri hanno dei connotati tecnici e narrativi, che ne contrassegnano il periodo di produzione e che forse sono l'unica ma assolutamente non giustificata spiegazione dell'oblio in cui è caduto il suo nome. Anche questo titolo risente molto dello stile anni 70 e delle ideologie che anche in negazione afferma, tuttavia lo stile del grande regista è indiscutibile!!!
Anche se nel dipingere e nel fantasticare del pittore protagonista, interpretato da un grandissimo Franco Nero, vi è un che di concettualmente vecchio e non più attuale, l'alone di mistero e il surreale della sceneggiatura combaciano perfettamente con le visioni di un poetà sregolato e un po' sessantottino.
Quando poi le riflessioni della sceneggiatura si posano sulla realtà di un paesino veneto, imbarazzato e spaventato, e i paesani partecipano attivamente alle visioni del pittore il film, secondo me, arriva all'apice più alto.
Ed alla fine la prevedibile pazzia del protagonista è un fatto non personale e privato perchè causato dal mistero di una morte violenta del passato, dalla follia di un paese complice ed inerme e dalla frenesia della vita moderna e capitalista.
Comunque ogni film che vedo di Petri è una rivelazione... quella della grandissima ingiustizia per cui ormai il grande pubblico sconosce il suo cinema.