Due Soldati di Mino Milani

Due Soldati di Mino Milani

Raccontare questo romanzo, che ha le dimensioni di un racconto, rischia di svelare una trama che ha proprio nel mistero la sua ricchezza. La storia puo' sembrare semplice, ma la sua sobrieta' e' ingannevole perche', se e' vero che gli eventi si contano sulle dita di una mano, il suo contesto e' complesso, a cavallo della prima guerra mondiale, e l'emotivita' raccontata richiede ore ed ore di riflessione a libro chiuso.

Milani racconta per me due fatti che, sono allo stesso tempo, pilastri del racconto e del suo stesso tetto di valori: il primo e' il rapporto fra un padre e figlio, che ha bisogno di tempo, dell'esperienza di vita per diventare un uomo e per giudicare le scelte del genitore da pari merito. Da piccoli si guarda con gli occhi del proprio tornaconto, della fame e del bisogno di casa. Servono gli schiaffi della vita per comprendere tutti i no che i nostri educatori ci impongono a fronte dei nostri pianti.

Il secondo e' il dovere che chiama ognuno di noi ad essere quello che diventiamo con dignita' e coraggio anche a fronte dei propri errori. Un contadino deve fare il contadino come un soldato deve essere un soldato fino in fondo, perche' siamo chiamati ad un ruolo e se lo scegliamo,  o se ci troviamo a doverlo fare, lo dobbiamo interpretare al nostro meglio per essere da esempio ai nostri figli. La codardia non deve mai servirsi delle scelte che facciamo, ovvero se si e' pacifisti non bisogna esserlo per paura delle armi ma perche' si e' scelto di esserlo.

"Due Soldati" e' la testimonianza di un uomo, Mino Milani che ha scelto di essere figlio, padre e scrittore dei sentimenti umani fino in fondo senza compromessi. 

 

 

 

 

  

 
 

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