senza titolo :P
Grevi veli
Cupe fronde
Fievoli rivoli
Scendono pigri sul letto di giada
Ferito al tramonto di vite perdute
Del tempo che fu.
Grevi veli
Cupe fronde
Fievoli rivoli
Scendono pigri sul letto di giada
Ferito al tramonto di vite perdute
Del tempo che fu.
Senza capire cos'era successo, la donna sollevò appena la testa, gli occhi socchiusi. Tre visi sconosciuti le stavano davanti e la scrutavano preoccupati.
«Si sveglia, si sveglia», stava dicendo uno di quei visi.
Amelia non riusciva a ricordare dove fosse. Sentiva un peso sullo stomaco e respirare le provocava un dolore acuto al petto. Sentiva gli occhi gonfi e tenerli aperti, con quella luce strana, le costava fatica. Sentiva una delle proprie gambe ripiegate sotto di sé e un braccio estraneo che le sosteneva la schiena. Avrebbe voluto guardare in faccia quelle persone e chiedere loro cosa diamine fosse successo. Le girava la testa, però, e focalizzare i pensieri era ancora difficile. Sentì un panno freddo che le veniva posato sulla fronte e cercò di tirare un sospiro di sollievo.
Man mano che la confusione nella sua mente si diradava, Amelia cominciò a guardarsi attorno, gli occhi appena un po' più aperti. Scoprì così che dei tre visi, due appartenevano a delle donne, mentre il braccio che la sosteneva era di un uomo dai capelli brizzolati e il viso scuro. Le due donne erano le amiche di Amelia, che preoccupate si alternavano nel posarle dei panni bagnati sulla fronte e le guance. La luce, forte e brillante, era quella del sole d'agosto, che picchiava oltre la tettoia di paglia. Amelia scoprì anche di essere distesa sulla sabbia nuda.
A ciascuna Persona senza nome
incontrata nei miei viaggi, senza la quale
non sarebbe stato possibile scrivere
una sola parola di questo libro.
1
il mare,
amo il mare
e le onde dei capelli
e la schiuma dei riccioli.
la spiaggia,
amo la spiaggia
e la sabbia della fronte
e le dune delle guancie.
lei,
amo lei
e gli occhi del mare
e i riccioli della sabbia.
1
Il vuoto gonfiato eccede il suo punto.
Altro che noia guardare i rigurgiti di tale vulcano
per quanto invisibile e per quanto piccolo.
La testa comincia a girare e il cuore,
E nel silenzio si sente anche il battere dell'orologio.
Il vulcano non lo vedi però.
La noia comincia quando la causa si nasconde,
E il trepidare delle bocche del vulcano nascondono il vulcano stesso.
Si sbadiglia quando muore il protagonista di un film che non stai seguendo:
non ne sai il motivo.
Il cuore ne sa qualcosa,
ma perché perdere tempo ad ascoltarne i battiti quando sul paesaggio tuona
splendido il terremoto.
dedicato alla mia infinita nonna
Chiudi le persiane, che entra il gelo della notte!
E copri i tuoi pensieri con la giacchetta!
Mentre i libri mi leggevano,
mia nonna mi difendeva
e con un falsetto d'anziana
rondava contro il nemico.
La chiudo io la notte lì fuori
E abbottonati la giacchetta!
Che hai un pensiero di fuori!
Mai di giorno mi disse, a parole:
Spalanca le persiane e tieni al Sole
I tuoi pensieri e la mia memoria
E mai a parole:
Se fa male chiudi gli occhi che entro io,
il tuo infinito amore,
a curare le bruciature
del pensiero più audace
e non preoccuparti se la memoria sbiadisce!
E dei baci che devi accudire il fiore,
affinchè anche senza luce
stia sempre dietro le tue persiane.