La notte

La notte veleggia nel buio,

Sfugge agli insetti,

Ed accarezza I nidi

D’estate.

Ringhiere

 

Si preparava per incontrare il mondo:

le forcine colorate

fra le dita di una mano

e i capelli bianchi sull‘altra,

il collo ancora da vergine

ai baci dello specchio

e alla menta aromatizzata

la dentiera in un bicchiere.

Fuori le rughe del viso,

le gambe stanche,

la strada di casa nostra

e il passeggio della gente

verso il lungomare.

Preparata la sedia,

un trono su un balcone

che è un altare,

curando che non sia gualcito

il grembiule, ma comodo

come a fiori

i cuscini su un divano.

si sedeva mia nonna.

Sul suo grembo

invitava a sedersi,

raggomitolato come un nipote,

il mondo con il ginocchio sgualcito,

ed insieme guardavano

le rughe della ringhiera

e al di lá

il passaggio della gente

verso il lungomare.

Ti spiego

a Vale

 

Ti spiego:

ll mio contadino lavora la terra

perché cresca l´oro del frumento:

dai pori,

della tua pelle,

il grano e il pane

per gli asili festanti

del mio volto.

Pause sospese

 

Immersa
Nella selva di punti e parole
Vago
Sentore ma non sentire
Grevi eppur non gravi
Frasche  fresche
Pullulo di storie
Languisco
In pene
Innumerevoli sciogliendo
Nodi di pause sospese….

Un fremito di labbra...

Un fremito di labbra…

null’altro

ricadeva spoglio sul viso

spento,

ricordo, forse

di un gesto sentito,

di un volto amato…

tentenna

Vuoto

un sorriso pende

in bilico su di un pensiero confuso

tentenna, poi cade.

viaggiare

 

In aereo
volo fra un pensiero e l’ altro
mentre la notte,
rimastami dentro,
scruta fuori
dal finestrino
la luce del giorno.

Una bocca di gelsomino
indugia sul suo profumo
e parla e parla
ad occhi grandi,
verdi come palme,
con guance di mango.
Io sono la voce in mezzo
che viaggia con ore di fuso,
ma la distanza fra ogni mio continente,
ed ogni mio abitante,
é inferiore a quella dei miei organi:
ho il cuore in sicilia,
ma il sangue pompa
fino alle ultime
vene del mio pacifico.

hostess ha detto
che siamo atterrati,
ma io sono ancora al finestrino
a guardare delle guance
i miei mille angoli.

Bijoux

Sognare e non dormire
e aver ancora l'ardire
di negare il cieco affanno
al cuor celar l'inganno...
Ahi, bastasse a coprire il danno
che i suoi occhi già mi fanno!
sì tormentoso desìo
gravoso al pensier mio
si rifugia furbamente
al confine della mente
e si veste di poesia
legando a sè l'anima mia.

Del destino un bel giochetto
basso, stupido e furbetto
per condanna o per diletto
mi ripose dentro il letto
un pensiero un pò balzano
che mi ha preso un pò la mano
di volere tutto mio
chi non ha per me desìo...

Scirocco

 

 

Scirocco
Alito caldo
Abbracci  le membra
Soffochi i pensieri
Scirocco
Scivoli umido fra gambe, scale e palazzi
Scirocco
Le tue dita sfiorano, sconvolgono
Frugano e dolgono
Metallo fuso che distilla dall’anima
Vortice inanelli passione
Ed esplodi,
estasi dell’amante gaudente.

 

Sogni

Sogni

Stupide invenzioni  mancate

fantasie troncate

Inutili storie create,

a casaccio…

Statue al sole di ghiaccio

Frammenti di vita non vissuta

Non vita,

in caduta…

 

 

Sfogo di menti dormienti

Senza pastore armenti

Di anime perse

Di pazzia asperse…

Pace

Un granello di polvere

danza pigro nella luce accecante

del sole meriggio

e stanco si posa, dopo tanto volare

sul vetro opaco della finestra chiusa.

Un raggio dispettoso

gioca a rincorrere la sua ombra fra i miei riccioli bruni.

Sontuoso,

il silenzio copre ogni cosa

coperta calda  che conforta la mia pace.

Pedaggio

di Cristina
 

Per me niente pedaggio
Sulla strada maestra

Lungo asfalti secondari
Al buio mi trascino

Sento parallela la mia generazione
Essa in coro
va al passo dei cartelli

Per me nessun compagno sulla via

Solo un giorno mi persi da me
Incoraggiati i piedi e lacci al cuore
Incrociai la strada illuminata

Compagno di un giorno
Che hai sciolto i lacci
E il piede affiancato

Non m’importa se sono tornata
Alla strada secondaria.

Un altro giorno mi perderò
E ti rincontrerò.