Pace

Un granello di polvere

danza pigro nella luce accecante

del sole meriggio

e stanco si posa, dopo tanto volare

sul vetro opaco della finestra chiusa.

Un raggio dispettoso

gioca a rincorrere la sua ombra fra i miei riccioli bruni.

Sontuoso,

il silenzio copre ogni cosa

coperta calda  che conforta la mia pace.

pensieri

L'amore è sempre pettinato

e sa di pulito,

ha la barba ben fatta

e tutte le camicie senza pieghe!

 

La solitudine ha i capelli arrufati,

lo sguardo assonnato,

ed un libro di poesie sotto il braccio,

ma non dentro il cuore!

Albata orientale

Non è un'angusta striscia litorale

questo letto dove noi siamo stesi?

Nulla è certo solo i tuoi alti seni,

vertigine che eccede il mio sentire.

 

E questa notte piena di tanti gridi

di bestie che si chiamano e si straziano,

non ci è paurosamente estranea? E ciò

che fuori spunta lento e ha come nome giorno,

non ci è quanto la notte incomprensibile?

 

Chiudere ci dovremmo uno nell'altro

come al centro de petali lo stame:

tanta è la dismisura ovunque, immensa,

che si accumula e su di noi si avventa.

 

Ma mentre l'uno all'altro ci stringiamo

per non vedere, ciò che da ogni parte ci minaccia

può venir da te, da me: perchè si nutrono

le nostre anime di tradimento.

 

 

Pedaggio

di Cristina
 

Per me niente pedaggio
Sulla strada maestra

Lungo asfalti secondari
Al buio mi trascino

Sento parallela la mia generazione
Essa in coro
va al passo dei cartelli

Per me nessun compagno sulla via

Solo un giorno mi persi da me
Incoraggiati i piedi e lacci al cuore
Incrociai la strada illuminata

Compagno di un giorno
Che hai sciolto i lacci
E il piede affiancato

Non m’importa se sono tornata
Alla strada secondaria.

Un altro giorno mi perderò
E ti rincontrerò.

Düsseldorf

 

Una scacchiera

di alberi mutilati,

senza braccia

per coprirsi dal vento,

e di anime scolpite

dalla guerra in statue:

in mezzo il Reno

lava se stesso

con spugne di mattoni rossi

e schiuma di edifici distrutti, di fantasmi

di cuori andati,

pieni ancora

di birra e vento.

 

La sera le luci ambrate

riflesse dei boccali,

dissolvono il passato.

Rimangono le lanterne a gas,

ammiccanti alle vie, all'odore

della gente, e alle finestre

dai camini sorridenti.

Ed una enorme voglia di Te

che non esisti.

 

Ti sorprende il Reno

in sottofondo

che culla tutto.

 

Se dotta

Se dotta

Lan guente e bea ta

à nima

del dotto a favellar com piacente

sì diletta, ne bea...

Rivelazioni

Immobile

il mio affetto appeso ad una gruccia

Osserva impotente

A pugni chiusi

Il letto disfatto.

da "Trieste e una donna" di Umberto Saba

TRIESTE

 

Ho attraversato una cittá.

poi ho salita un´erta,

popolosa in principio, in lá deserta,

chiusa da un muricciolo:

un cantuccio in cui solo

siedo; e mi pare che dove esso termina

termini la cittá.

 

Trieste ha una scontrosa

grazia. Se piace

é come un ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi

per regalare un fiore;

come un amore

con gelosia.

Da quest´erta ogni chiesa, ogni sua via

scopro, se mena all'íngombrata spiaggia,

o alla collina cui, sulla sassosa

cima, una casa, lúltima, s´aggrappa.

Intorno

circola ad ogni cosa

un´aria strana, un´aria tormentosa,

l´aria natia.

 

La mia cittá che in ogni parte é viva,

ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita

pensosa e schiva.

 

 

Ultimo sole di Maggio

Le mie mani

nudi rami spogli

si aggrappano lente

all'ultimo sole di Maggio.

Solerti ancelle

dalle esili dita d'avorio

rimano storie

di un tempo che fu.

Nuit claire

Persa dietro una candela accesa

Un’ombra dorata accarezza il dorso della luna

E si dissolve, nuvola pigra

Nella bruma notturna che contorna le forme

Del mondo, fra le ciglia ormai socchiuse di un bambino

Soffici ali, leggere

Scivolano fra le palpebre calde.

Le ultime luci si spengono.

Un sorriso giace fra le guance rosee.

La notte è sorta, piena.

Decanta

Decanta, soave vino

Virtù perduta, o forse divino

Dono silvano e gioia caduta

Nota svanita…

Decanta,

Come la vita

Mesciuta alla morte

si chiama sorte,

E dà l’illusione

D’esser sopita e poco ardita

Se di passione

Non muove azione.

FOGLIE

luogo: Milano, parco nord

I.

Impiccato, sostenevo le ragioni del mio discorso:

"La malinconia è il mio scultore,
lo scalpello che mi grida statue e pensieri,
il mio big ben ed il mio primo vagito
in versi"

in quel momento appesa con me
Lei batteva, più forte del mio cuore,
il sangue fin dentro le radici del mio sguardo,
linfa dell'albero che mi strozzava il collo,
fin dentro il mio respiro e l'aria bagnata
della pioggia battente attorno.

Tutto pulsava.