tentenna

Vuoto

un sorriso pende

in bilico su di un pensiero confuso

tentenna, poi cade.

viaggiare

 

In aereo
volo fra un pensiero e l’ altro
mentre la notte,
rimastami dentro,
scruta fuori
dal finestrino
la luce del giorno.

Una bocca di gelsomino
indugia sul suo profumo
e parla e parla
ad occhi grandi,
verdi come palme,
con guance di mango.
Io sono la voce in mezzo
che viaggia con ore di fuso,
ma la distanza fra ogni mio continente,
ed ogni mio abitante,
é inferiore a quella dei miei organi:
ho il cuore in sicilia,
ma il sangue pompa
fino alle ultime
vene del mio pacifico.

hostess ha detto
che siamo atterrati,
ma io sono ancora al finestrino
a guardare delle guance
i miei mille angoli.

Bijoux

Sognare e non dormire
e aver ancora l'ardire
di negare il cieco affanno
al cuor celar l'inganno...
Ahi, bastasse a coprire il danno
che i suoi occhi già mi fanno!
sì tormentoso desìo
gravoso al pensier mio
si rifugia furbamente
al confine della mente
e si veste di poesia
legando a sè l'anima mia.

Del destino un bel giochetto
basso, stupido e furbetto
per condanna o per diletto
mi ripose dentro il letto
un pensiero un pò balzano
che mi ha preso un pò la mano
di volere tutto mio
chi non ha per me desìo...

Scirocco

 

 

Scirocco
Alito caldo
Abbracci  le membra
Soffochi i pensieri
Scirocco
Scivoli umido fra gambe, scale e palazzi
Scirocco
Le tue dita sfiorano, sconvolgono
Frugano e dolgono
Metallo fuso che distilla dall’anima
Vortice inanelli passione
Ed esplodi,
estasi dell’amante gaudente.

 

Sogni

Sogni

Stupide invenzioni  mancate

fantasie troncate

Inutili storie create,

a casaccio…

Statue al sole di ghiaccio

Frammenti di vita non vissuta

Non vita,

in caduta…

 

 

Sfogo di menti dormienti

Senza pastore armenti

Di anime perse

Di pazzia asperse…

Pace

Un granello di polvere

danza pigro nella luce accecante

del sole meriggio

e stanco si posa, dopo tanto volare

sul vetro opaco della finestra chiusa.

Un raggio dispettoso

gioca a rincorrere la sua ombra fra i miei riccioli bruni.

Sontuoso,

il silenzio copre ogni cosa

coperta calda  che conforta la mia pace.

Pedaggio

di Cristina
 

Per me niente pedaggio
Sulla strada maestra

Lungo asfalti secondari
Al buio mi trascino

Sento parallela la mia generazione
Essa in coro
va al passo dei cartelli

Per me nessun compagno sulla via

Solo un giorno mi persi da me
Incoraggiati i piedi e lacci al cuore
Incrociai la strada illuminata

Compagno di un giorno
Che hai sciolto i lacci
E il piede affiancato

Non m’importa se sono tornata
Alla strada secondaria.

Un altro giorno mi perderò
E ti rincontrerò.

Rivelazioni

Immobile

il mio affetto appeso ad una gruccia

Osserva impotente

A pugni chiusi

Il letto disfatto.

Nuit claire

Persa dietro una candela accesa

Un’ombra dorata accarezza il dorso della luna

E si dissolve, nuvola pigra

Nella bruma notturna che contorna le forme

Del mondo, fra le ciglia ormai socchiuse di un bambino

Soffici ali, leggere

Scivolano fra le palpebre calde.

Le ultime luci si spengono.

Un sorriso giace fra le guance rosee.

La notte è sorta, piena.

pensieri

L'amore è sempre pettinato

e sa di pulito,

ha la barba ben fatta

e tutte le camicie senza pieghe!

 

La solitudine ha i capelli arrufati,

lo sguardo assonnato,

ed un libro di poesie sotto il braccio,

ma non dentro il cuore!

Düsseldorf

 

Una scacchiera

di alberi mutilati,

senza braccia

per coprirsi dal vento,

e di anime scolpite

dalla guerra in statue:

in mezzo il Reno

lava se stesso

con spugne di mattoni rossi

e schiuma di edifici distrutti, di fantasmi

di cuori andati,

pieni ancora

di birra e vento.

 

La sera le luci ambrate

riflesse dei boccali,

dissolvono il passato.

Rimangono le lanterne a gas,

ammiccanti alle vie, all'odore

della gente, e alle finestre

dai camini sorridenti.

Ed una enorme voglia di Te

che non esisti.

 

Ti sorprende il Reno

in sottofondo

che culla tutto.

 

da "Trieste e una donna" di Umberto Saba

TRIESTE

 

Ho attraversato una cittá.

poi ho salita un´erta,

popolosa in principio, in lá deserta,

chiusa da un muricciolo:

un cantuccio in cui solo

siedo; e mi pare che dove esso termina

termini la cittá.

 

Trieste ha una scontrosa

grazia. Se piace

é come un ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi

per regalare un fiore;

come un amore

con gelosia.

Da quest´erta ogni chiesa, ogni sua via

scopro, se mena all'íngombrata spiaggia,

o alla collina cui, sulla sassosa

cima, una casa, lúltima, s´aggrappa.

Intorno

circola ad ogni cosa

un´aria strana, un´aria tormentosa,

l´aria natia.

 

La mia cittá che in ogni parte é viva,

ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita

pensosa e schiva.